Sassari

La storia antichissima, il paesaggio dell’entroterra e quello costiero, insieme all’architettura urbana, fanno di Sassari una città meravigliosa, tutta da scoprire.
A cominciare dalla grande e iconica piazza D’Italia, da cui si diramano le vie principali lungo alcune delle quali si possono ammirare bellissimi edifici Liberty. Ricca di musei, come Mus’A, il Biasi, il padiglione Tavolara, imperdibile il Museo nazionale archeologico ed etnografico “Giovanni Antonio Sanna”, un punto di riferimento culturale, archeologico ed antropologico della Sardegna settentrionale. Non si può andare a Sassari senza visitare la Fontana di Rosello, del 1600, altro monumento iconico della città.
Diventata Comune nel 1294, forse non tutti sanno che era circondata da una cinta di mura fortificate collegate da ben 36 torri, delle quali 6 sono sopravvissute.
Abitato fin dalla preistoria il territorio conserva uno dei monumenti prenuragici più belli ed enigmatici di tutta l’isola: l’altare di monte d’Accoddi. Il santuario edificato nel IV millennio a.C., a forma di piramide a gradoni, presenta incredibili somiglianze con i templi mesopotamici della stessa epoca, anche se al momento non ci sono rilevanze scientifiche che dimostrino una relazione diretta. Nella zona si possono contare anche numerose domus de janas, menhir e il dolmen di San Bainzu Arca. Non meno interessanti le testimonianze del periodo nuragico, che contano circa 150 siti comprendenti tombe di Giganti, pozzi sacri e nuraghi, di cui alcuni particolarmente interessanti come il Nuraghe Rumanedda.
Ma è nell’Alto Medioevo che si costituisce il primo vero nucleo della città, quando gli abitanti delle coste, minacciate dalle incursioni dei saraceni cercano riparo nell’entroterra.
Nel corso della storia Sassari ha assunto sempre più importanza diventando la seconda città della Sardegna, sede dell’Università, e centro politico, amministrativo e religioso più importante della Sardegna settentrionale. A testimonianza di ciò sono presenti moltissime chiese, alcune di grande fascino.
Il duomo di San Nicola è bellissimo nel suo essere frutto di numerosi interventi, che nello scorrere del tempo hanno accolto diversi stili, ma proprio questa è la sua prerogativa. Sorto sui resti di una chiesa paleocristiana, visibili sotto l’abside, la prima testimonianza documentale risale al 1135, nel condaghe di San Pietro di Silki. Nel 1441 è diventata cattedrale. Ha volte gotiche ma la facciata è barocca, sono presenti decori classici: all’interno, sopra l’altare, c’è la Madonna del Bosco, dipinto di scuola senese del XIV secolo. Trovandosi nel centro di Sassari si potrà approfittare per visitare anche le chiese di Santa Maria di Betlem o di Sant’Apollinare, il più antico edificio di culto del capoluogo turritano e Santa Caterina all’ex Collegio della Compagnia di Gesù, oggi sede della Pinacoteca Nazionale, con sua bella omonima piazza.
Non solo monumenti però: la città ha anche uno splendido litorale di cui la spiaggia cittadina, Platamona, è la più frequentata dai suoi abitanti.
Sassari custodisce anche altri tesori, quelli delle tradizioni.
L’ultima domenica di maggio si svolge la Cavalcata Sarda, una sfilata a piedi, a cavallo o sulle traccas, i carri, di persone vestite con i meravigliosi abiti tradizionali dei gruppi provenienti da ogni parte della Sardegna. Nel pomeriggio la manifestazione si sposta all’ippodromo per le pariglie, corse sfrenate e acrobatiche coi cavalli. La cavalcata è sempre accompagnata da eventi collaterali legati alla musica e al ballo sardo.
L’altra affascinante festa di Sassari si svolge la vigilia di ferragosto. La Discesa dei Candelieri, in sassarese Faradda de li candelieri, dichiarata dall’Unesco patrimonio immateriale dell’Umanità. Una sfilata nella quale vengono trasportati a spalla delle enormi colonne di legno che simboleggiano i candelieri di cera.
Infine non si può non citare la tradizione culinaria, ricca di piatti tipici, tutti buonissimi: oltre la favata, qui si gustano le lumache, che siano quelle piccole, la giogga minuda o quelle grandi, le munzette, e poi lo zimino fatto con le interiora del vitello o la fainè, la saporita focaccia di farina di ceci di origine genovese, ma diffusissima anche nel Nord Sardegna.