Laerru

Famoso in tutto il mondo per la produzione di pregiatissime pipe in radica e per le tante leggende di tesori nascosti

Siamo sempre nell’Anglona, nel suo cuore, e andiamo a conoscere Laerru, un comune di circa mille abitanti che dista da Sassari poco meno di 50 chilometri. Sull’origine del suo nome sono state elaborate diverse teorie. In passato veniva chiamato “Layrru”, nome nel quale si può individuare il tema latino Ghirr, che significa “orlo” o“contrada”, riferito evidentemente alla posizione del paese che sorge in un anfiteatro naturale. Oppure potrebbe derivare dal nome di un arbusto sempreverde molto diffuso nella zona, l’Alaternus. O ancora alcuni sostengono che discenda da due parole fenicie: “Laha”e “Rah” che indicano un territorio in cui si lavora la terra fertile e produttiva.

Laerru è una meta turistica che unisce la presenza di numerosi e interessanti siti archeologici alla natura rigogliosa, ricca di fonti e grotte, una foresta pietrificata e una particolarissima produzione artigianale legata alla lavorazione della radica nota in tutto il mondo.

Sull’altopiano di Tanca Manna si trova la grotta Conca ‘e caddu, una cavità di discrete dimensioni, con uno sviluppo interno di 470 metri, lungo il percorso lo spazio si riduce notevolmente diventando particolarmente angusto, la sua esplorazione è consigliata esclusivamente agli esperti.

Ancora più interessante è la grotta di Su Coloru, che prende il nome dal colubro, un serpente, per la sua forma sinuosa. Si tratta una delle maggiori cavità carsiche sarde lunga circa 600 metri. Al suo interno sono stati rinvenuti reperti umani ascrivibili al Mesolitico (9.000 anni fa circa), periodo di transizione fra il Paleolitico e il Neolitico.

Particolarmente suggestiva è la foresta pietrificata del monte Ultana, vero e proprio parco archeologico prenuragico e nuragico con varie domus de Janas,una tomba di giganti, un tempio nuragico, un imponente nuraghe circondato da un villaggio (e anche una tomba cristiana del IV secolo). Poco distante dal paese, in località Santa Vittoria, ci sono i resti di un castrum e tombe romane.

E proprio il fatto che nella zona vi furono degli insediamenti romani ha alimentato numerose leggende sulla presenza di grandi tesori nascosti a Laerru, che nel tempo è stata oggetto di diverse campagne di scavi archeologici. In realtà l’interesse a condurre gli scavi era di natura scientifica. Si racconta infatti che il geometra mantovano Edoardo Benetti che seguiva sul campo gli scavi archeologici diretti da Antonio Taramelli, avesse trovato nei primi anni del ‘900 dei teschi di dimensioni molto più grandi del normale. Come affermò lo stesso Benetti, tre teschi riempivano uno dei panieri da pane (fresa) che, avevano un diametro che si avvicinava al metro.

Un altro sito affascinante è la tomba di Bopitos, costruzione funeraria megalitica riconducibile al III millennio a.C. Mentre le prime tracce di insediamenti umani nel territorio sono state rinvenute nel rio Altana, databili al Paleolitico inferiore. Sono poi presenti sul territorio altri nuraghi, alcuni dei quali in ottimo stato di conservazione.

Da visitare anche la chiesa di Santa Margherita, costruita nel XVI secolo in forme tardo-gotiche e poi modificata, si possono ammirare due cappelle gotico-aragonesi. E la chiesetta di Sant’Antonio da Padova, un piccolo oratorio privato del diciottesimo secolo.

Laerru è conosciuto in tutto il mondo per la produzione di pipe in radica. In Sardegna infatti la radica di erica è resa pregiatissima dal clima, in quanto a causa della scarsità delle piogge, la pianta cresce molto lentamente rendendo il materiale resistentissimo al calore. Fra gli abilissimi artigiani si ricorda Tom Spanu, le cui creazioni hanno raggiunto quotazioni altissime, tra i suoi clienti Enzo Bearzot, Sandro Pertini e Luciano Lama.

Comune di Laerru