Chiaramonti
Oltre l’archeologia, il castello e la devozione, paese di leggende e misteri
Chiaramonti deve il suo nome alla posizione felice che occupa. Sorto fra i colli di “San Matteo” e “Codinarasa” e le due valli attraversate da due torrenti, domina la valle dell’Anglona e possiede il territorio più vasto dell’Anglona, pur contando circa 1500 abitanti. Secondo tradizione, il centro fu fondato dai superstiti di pestilenze che colpirono le ville di Orria Manna e Pizzinna (granaio grande e piccolo).
Il suo territorio è disseminato di siti archeologici: Nuraghi, Dolmen, Cinte Megalitiche, Tombe Dei Giganti e le Domus de Janas, costituiscono un ricchissimo patrimonio culturale. Di particolare interesse la necropoli di Su Murrone, che sorge su una placca trachitica ed è composta da tre domus de janas di tipo pluricellulare con lungo ingresso a dromos. La più importante, la tomba I, presenta una piccola anticella rettangolare che immette nella camera principale dalla quale, a raggiera, dipartono altre sei celle.
La tomba è caratterizzata dalla presenza di tracce di colore rosso sulle pareti e dal soffitto nel quale, scolpito in rilievo, è rappresentato un tetto a doppio spiovente completo di trave principale e 28 travetti perpendicolari ad essa. Fra gli altri motivi ornamentali, costituiti da cornici e lesene, spicca una coppia di protomi taurine riprodotte in rilievo sulle pareti della camera centrale, a simboleggiare il dio Toro o della fertilità. La tomba risale al Neolitico finale, 3200 a.C, ma fu poi riutilizzata dell’età del rame, nel Bronzo antico e poi ancora in epoca romana.
Merita una visita anche la fortezza prenuragica di “Punta de s’Arroccu” nella zona di Elighia. Di forma abbastanza irregolare ha un muro di cinta largo dai tre ai quattro metri. I grandi massi poligonali di trachite sono sistemati organicamente tra pietre più piccole. Il muro, lungo diverse decine di metri, si allarga a linea spezzata e vagamente curvilinea sull’altipiano, per poi tornare verso il costone più a nord nuovamente verso il dirupo con un salto di qualche centinaio di metri.
A nord della fortezza vi è un ingresso che se non fosse inglobato nella muraglia si potrebbe definire quasi una tomba dei giganti, alto quasi due metri e profondo 1,50 con grandi pietre trasversali che lo ricoprono come un dolmen a piattabanda. Proprio davanti a questo ingresso ad una distanza di una decina di metri si sviluppa una seconda muraglia che si chiude a semicerchio sulla prima quasi a formare una sorta di atrio o antemurale, finalizzato ad una migliore difesa verso eventuali incursori che potevano giungere dall’altipiano e mai dalla parte opposta in quanto in presenza del dirupo. Diametralmente opposto, un secondo ingresso di dimensioni più piccole e meno appariscente del primo ma di buona fattura. L’imponente costruzione è senza dubbio di natura difensiva e militare.
È nel Medioevo però, che Chiaramonti si sviluppa e acquista importanza in seguito all’edificazione intorno al XIII secolo, del castello dei Doria. La famiglia Doria infatti ne decise la costruzione, vista la turbolenta situazione politica del tempo, scegliendo un luogo strategico, di difesa e controllo del territorio. Intorno al castello poi sorsero le prime abitazioni, le prime strade – simili ai più conosciuti carruggi genovesi- che costituirono il nucleo del futuro borgo.
Della fortificazione che ricorda l’architettura genovese, situata in cima ad una rupe denominata “Monti di lu Casteddu” o anche “Monte Urtigiu”, rimangono i ruderi che però mantengono tutto il loro fascino. In una posizione strategica dell’Anglona da dove si può ammirare un paesaggio che arriva sino alla costa del golfo dell’Asinara e all’area di Castelsardo, il castello conserva in buone condizioni la famosa torre dei Doria, visibile da lontano e che identifica l’intero complesso, ma sono ancora presenti alcuni tratti delle mura, i resti di una cappella e una grande cisterna che sembra servisse per l’approvvigionamento idrico.
All’interno del centro storico c’è la chiesa del Carmelo, risalente al XVI secolo, che ospita un altare maggiore ligneo e un dipinto settecentesco. Ma il luogo di culto più affascinante di Chiaramonti è senza dubbio la chiesa di Santa Giusta che si trova nella campagna di Orria Pizzinna. Dal punto di vista architettonico, sebbene il primo nucleo sia stato costruito intorno al 1200, i continui restauri ne hanno completamente stravolto l’aspetto. La particolarità della chiesa di Santa Giusta è legata al fatto che sotto vi scorra una sorgente, visibile attraverso una finestrella nei gradini dell’altare di marmo, realizzato dallo scultore Giuseppe Sartorio nel 1895. L’acqua scorre sotto il pavimento fin fuori dalla chiesa che infatti è chiamata anche de s’Abba (dell’acqua). Santa Giusta è da sempre meta di pellegrini in quanto è diffusa la credenza che la fonte possieda proprietà curative. E infatti dentro il santuario sono custoditi centinaia di ex-voto.
Intorno alla chiesa aleggia però un mistero, in quanto su una parete interna vicino all’ingresso sono murati quattro teschi. La leggenda racconta che i fedeli, numerosissimi, che ottenevano la grazia da Santa Giusta in segno di gratitudine donavano qualcosa di prezioso e così in pochi anni si accumulò un vero e proprio tesoro. Una notte quattro banditi si introdussero in chiesa per rubarlo, ma improvvisamente la porta si chiuse alle loro spalle e il livello dell’acqua della fonte cominciò a sollevarsi, tanto da allagare completamente la chiesa, così i quattro malviventi morirono affogati, ma prima di morire chiesero a Santa Giusta che le loro anime venissero salvate, la Santa concesse loro il perdono in cambio però essi sarebbero diventati i guardiani perenni della chiesa. Al di là della leggenda la chiesa è stata oggetto nel tempo di numerosi scavi alcuni dei quali particolarmente devastanti, proprio alla ricerca del tesoro, ovviamente mai trovato.
Chiaramonti, è rinomato per i manufatti tessili: ricami e tappeti venivano ottenuti con la tecnica a pibiones (a grani), in lana sarda con ordito in cotone, realizzati con telai orizzontali e caratterizzati da varietà di colori e temi geometrici.