Castelsardo
Un borgo arroccato su un costone di roccia davanti a un panorama spettacolare
Castelsardo è un meraviglioso borgo, inserito nella rete dei “Borghi più belli d’Italia” che si affaccia proprio al centro del golfo dell’Asinara, davanti a un panorama di una bellezza sconvolgente di fronte al quale si intravede anche la Corsica. A vegliare sul piccolo paese abbarbicato sul promontorio “L’Elefante”, l’iconica roccia preistorica che al suo interno custodisce due domus de janas.
Ed è sicuramente la sua posizione e la possibilità di facili e sicuri approdi che ha favorito i primi insediamenti umani in epoca pre-nuragica e poi nuragica. A testimoniarlo le mura megalitiche prenuragiche di monte Ossoni. Il sito archeologico è situato sulla sommità di un rilievo trachitico tronco-piramidale a 348 metri sul livello del mare. Il complesso comprende un piccolo villaggio d’altura difeso da una muraglia megalitica, secondo una tipologia insediativa ben documentata durante l’Eneolitico. La muraglia lunga circa 60 metri, delimita l’area orientale del pianoro proteggendone l’unico lato non difeso dalle pareti a strapiombo. Allo stato attuale risulta difficile individuare l’ingresso alla cinta a causa del crollo di buona parte delle strutture; tuttavia, è probabile che l’accesso si aprisse, in posizione facilmente difendibile, in corrispondenza dell’estremità meridionale, a una distanza di appena 6 metri dal dirupo. Il villaggio si estende sia all’interno dell’area delimitata e difesa dalla muraglia sia all’esterno lungo il margine scosceso dell’altura.
Gli scavi condotti dal Moravetti hanno restituito materiale ceramico in prevalenza di cultura Monte Claro e del Vaso campaniforme (Eneolitico evoluto e finale). Il rinvenimento di materiali di cultura Bonnannaro e di età storica attesta una prolungata frequentazione dell’area.
A poca distanza dall’Elefante, è presente il nuraghe Paddaju, “pagliaio” chiamato in questo modo per la funzione che assunse quando venne censito. Apparentemente monotorre è invece un nuraghe complesso, composto da torre centrale, bastione con due torri laterali appena leggibili. La peculiarità di questo nuraghe è la presenza di un vano posto sul corridoio d”ingresso, raggiungibile in origine da una scala all’interno della nicchia di destra della camera principale. Conserva intatta la tholos e la scala d”accesso al piano superiore.
L’area dell’attuale Castelsardo fu frequentata in epoca romana di cui rimangono numerose testimonianze. L’approdo era situato su una spiaggia chiamata Fritum Janii (porto di Giano) da cui il nome del villaggio che vi sorgeva sino alla fine del medioevo e l’odierno nome del porto e della collina sovrastante, Frigiano. Probabilmente si trattava dello scalo per la cittadina di Tibula, mai individuata con certezza.
Nell’era cristiana i primi abitatori del promontorio furono, probabilmente, gli eremiti Antoniani. Il primo nucleo abitato sulla vetta del promontorio si sarebbe formato, precisamente intorno all’eremo di San’Antonio Abate. Quel primo centro sul promontorio, divenne cittadina fortificata negli anni 1101-1102. La creò Genova, allora potente Repubblica Marinara, che ne affidò il governo alla più prestigiosa delle sue famiglie: i Doria. Castel Genovese fu il suo nome delle origini. La struttura di Castel Genovese era costituita da una imponente ”cinta delle muraglie”, dal ”quartiere” che veniva semplicemente chiamato Castello, dal ”palazzo di città”, dal ”palazzo di Nicolò”, dalla chiesetta di Santa Maria”. Anche se oggi non si possono più vedere le torri difensive , nel complesso il castello è in ottimo stato di conservazione e ospita il Museo dell’Intreccio Mediterraneo.
Castel Genovese, divenne Castello Aragonese, dal 1448, quando cadde, l’ultimo baluardo della resistenza dei Sardi contro i conquistatori Spagnoli. A questo periodo di dominazione aragonese risale la torre di avvistamento edificata nel porto di Frigiano. Come difesa dalle incursioni dei pirati provenienti dalle coste del Nordafrica. La torre cilindrica si sviluppa su una base circolare del diametro di 7 metri. Interamente realizzata in basalto scuro, la struttura si erge su uno scoglio a ridosso del mare; alta 13 metri, contiene un unico ambiente coperto da una cupola, da cui si accede alla terrazza di coronamento.
Il borgo prese infine il nome di Castelsardo nel 1767, sotto la dinastia sabauda, durante il regno di Carlo Emanuele III.
Tra gli edifici religiosi sicuramente la Cattedrale di Sant’Antonio Abate rappresenta il monumento più importante, stupisce i visitatori per la sua posizione a picco sul mare. La chiesa di Sant’Antonio divenne sede della cattedra vescovile di Ampurias nel 1503. L’edificio stilisticamente fonde elementi del gotico catalano e del classicismo rinascimentale. Esternamente si caratterizza soprattutto per l’alta torre campanaria, coperta da un cupolino maiolicato.
All’interno sono ancora presenti degli affreschi attribuiti a Andrea Lusso, il più noto pittore manierista in Sardegna. Sull’altare maggiore in marmo del 1810, in cui troneggia la tavola della Madonna con Bambino assisa in trono, dipinta nel XV secolo dall’artista noto come maestro di Castelsardo, uno dei pittori più importanti della Sardegna dell’epoca. Nei sotterranei della cattedrale, si possono ammirare il San Michele arcangelo, del maestro di Castelsardo, che insieme alla Madonna dell’altare maggiore e ad altre tavole componevano originariamente un retablo.
Da visitare anche la chiesa di Santa Maria delle Grazie, risalente al 1300, e caratterizzata dal fatto di essere priva di facciata e con l’ingresso su un lato, al centro di tre ampie arcate di pietra trachitica e calcarea. La cappella con volta a crociera accoglie il famoso crocefisso del Cristo Nero, del 1300, uno dei più antichi in Sardegna. É detto “Cristu Nieddu” per via del legno di ginepro anneritosi nel tempo. Era considerato miracoloso e portato in processione tutte le volte che calamità naturali si riversavano sulla cittadina. Tra gli edifici religiosi vanno ricordati anche il monastero dei Benedettini e l’episcopio, sede del vescovo di Ampurias dal 1503,
Tra gli edifici civili invece si possono visitare il palazzo dei Doria, il palazzo “La Loggia” palazzo civico fin dal 1111, come attesta la campana civica e oggi sede del Consiglio comunale, il palazzo Eleonora d’Arborea, sede di rappresentanza del sindaco e la sede dell’archivio storico, restaurata, con un doppio accesso da via Vittorio Emanuele e da via Marconi.
Il litorale castellanese è in gran parte formato da alte scogliere di trachite rossa, con poche distese di sabbia, la più grande è quella della frazione di Lu Bagnu che dista circa due chilometri e mezzo da Castelsardo. Protetta da rocce bordate di verde l’arenile è fatto di sabbia fine color crema con fondale cristallino punteggiato di scogli piatti, che qua e là affiorano e mantengono l’acqua calda e piacevole. Per gli appassionati di windsurf e vela, invece, è imperdibile una puntata alle scogliere e alla spiaggia di punta La Capra, che delimita a occidente Lu Bagnu, il cui gioco fra mare e scogli crea una vera e propria piscina naturale.